lunedì 6 agosto 2007

L'avevo detto, io....!!!

Allora….un paio d’anni fa mi sono divertito a descrivere cosa dovevano diventare i marchi del gruppo Piaggio.

Lo scritto…recitava così…

Oggi a Camogli il sole non si vuol far vedere.
E’ ancora Agosto, in fondo, anche se abbiamo passato il venti…ancora un po’ di bagni non farebbero male…
E invece…tutti in casa. Fuori piove. Che palle…si sentono solo i rumori dei motorini qua fuori…
Vabbè…caccia il PC e ….VIA…

POSIZIONAMENTO DEI MARCHI DEL GRUPPO

Considerazione di base è che il nostro gruppo non nasce per scelta….ma per caso.
E’ inutile che ce la raccontiamo: i marchi ce li siamo trovati in casa, certo “scelti” dal punto di vista finanziario e contabile, ma non sicuramente dal punto di vista del loro posizionamento…
Eppure, sono marchi di grandissimo valore, a volte….basti pensare a Vespa e a Moto Guzzi…

Sarebbe quindi folle “sminuire” o “non considerare” l’opzione “corretto posizionamento”, (presente e futuro), dei marchi stessi.

Cominciamo a elencarli:

Piaggio
Vespa
Ape
Porter
Gilera
Aprilia
Scarabeo
Derbi
Moto Guzzi
Laverda…


Allora: chi è….PIAGGIO

Piaggio è un marchio storico, rassicurante, che fa parte della tradizione del “far bene azienda” e del “far buoni prodotti”.
E’ rassicurante, amico, direi familiare, affidabile, forse non sempre “alla moda”….ma chi se ne frega, in fondo sa far bene quello che fa e il rapporto qualità prezzo è ottimo.
In più, cosa non da poco….è italiano, “di casa nostra” non solo in Italia, ma almeno in Europa, “fatto da noi” e “per noi”…insomma un buon , sano, economico modo per rispondere alle esigenze di una mobilità moderna, cittadina o sub-urbana, con prodotti che “non ti lasciano mai a piedi” e che “certe volte si lasciano guardare”.
E poi, è il marchio “capo”, il marchio “simbolo”, il marchio “padrone”.
E come tale…non sempre agile e veloce nelle sue scelte (stilistiche e di motorizzazione) ma ponderato e più attento a far la scelta giusta che quella di moda, al valore nel tempo che all’effimero.
Insomma…un buon marito, moderno, divertente…ma non eccessivo, una buona moglie, mamma e compagna…ma non discotecara…questo è Piaggio.

Questo non vuol dire che sia “seduta”, come azienda….anzi! è….ponderata.

Chi è invece VESPA.

Vespa è, come dice il nome stesso, una signorina agile e vezzosa, sempre alla moda perche sempre se stessa, una Claudia Cardinale, incrociata con Alida Valli, con Silvana Mangano…ma per certi versi…anche con Monica Vitti…Sandie Shaw, Jane Fonda,…e perfino con Uma Thurman!
Vi potrei raccontare il perché di ognuna di queste similitudini…ma vi annoierei…

Facciamo un sunto: una moderna, sempre moderna…Sofia Loren.

La chiameremo dunque Sofia.

Sofia è un marchio che ci ha dato sempre grandi soddisfazioni, si è sempre aggiornata e costantemente ringiovanita fin dalla sua nascita, nel ’46. Ancora oggi viene citata ad esempio come pochi altri oggetti cult di design e tendenza, che ancora vendono e stravedono…la Vespa, le poltrone di Le Corbusier di Cassina, la lampada Tizio di Sapper, il lettino di Mies Van del Rohe, la poltrona Sacco o la poltrona Uovo di Bonacina…tutti classici del design che ancora oggi vendono milioni di pezzi, continuamente aggiornandosi ma restando fedeli a se stessi.
Ma il cuore le si è aggiornato…oggi sfoggia fino a 250cc e un’iniezione elettronica.

In sostanza, Vespa è marchio storico, moderno nel suo senso più vero (cioè sempre attuale) legato al vissuto di questa nazione e protagonista dei suoi tempi, dalla nascita, al boom economico, al cinema degli anni 60, 70, (0….e ancora 90 e 2000, con il prossimo film di Nicole Kidman in uscita nelle sale in ottobre, tutto girato a New York su una Vespa.

E poi Vespa è Italia, design, romanticismo, calore….in una parola “FANTASIA”. Vespa è Fantasia….fantasia nel design, nei colori, nel nome, nella sua storia.
E’ per questo che va riproposta sempre nuova e diversa, ma uguale a se stessa…con la possibilità di scegliere tra tanti colori,accessori,allestimenti e conformazioni diverse….perché ognuno abbia la possibilità di possedere il “suo”mito, la “sua” Sofia!…


Chi è APE…

Ape è ….una Vespa più grossa !

Vespa ci porti la “morosa”….Ape…ci porti la spesa!
Ape ti aiuta, ti è vicina, ti porta dappertutto e porta con se’ cio’ che tu vuoi…dappertutto, sulle difficili strade di questa disastrata ma fantastica Italia, sui campi, nelle stradine dei borghi toscani e sulle vette delle alpi Liguri, sulle spiagge della riviera romagnola ed in mezzo ai trulli del nostro tallone…in mezzo ai Nuraghi della Barbagia e sulle strade assolate delle colline barocche Ragusane…

…L’Ape…anzi…La LAPA, come la chiamano a Modica…

E la sua stessa forza, la fa essere così vitale in India…e perché no, in futuro in Cina, nel resto dell’Asia e in Africa…

Ma c’è un altro target per la Lapa…uno che non sospetteresti: la sciura Milanese, la madama Romana, la madmin Torinese, la contessa Napoletana e la principessa Palermitana…

Loro, e le loro case di Camogli e Portofino,di Ansedonia e Capalbio, del Sestriere e Bardonecchia, di Capri e del Cilento, di Mondello e Cefalu’.

Tutte case fantastiche, con grandi prati, e supermercati lontani, e olio da trasportare per la Mimma, la Cicci e la Titti, e vino “della nostra vigna” per il Carlo, zio Gigi e nonna Clara…

Tutte case difficili, in posti a volte isolati…dove solo la Lapa arriva…
Già la usano, pensare…ma se gliela faremo rossa gialla verde blu, con gli interni colorati, una decorazione più carina..insomma una vetturetta un po’ snob…ma molto utile….sapete quante ne vendiamo….e così poi non si sentirebbe più la sorella grassa della Sofia…una bella Stefania (Sandrelli) in carne…non fa schifo a nessuno !…pensiamoci…

Posizionamento chiaro quindi: il veicolo per chi deve lavorare tutti i giorni ( o pretende di farlo ) in situazioni anche difficili, agile, fedele, affidabile…ma anche simpatico e alternativo.

Insomma…zia del PORTER.

Due righe anche su di lui…ma due direi che bastano: a la Lapa…fatta maschietto…senza il cotè frivolo.
In più , economico nella sua categoria.

…e veniamo alla GILERA.

Quanta storia sotto questo marchio di Milano…gare, piloti, italianità….l’Alfa Romeo delle moto…non fosse altro che è rosso-nera (scusa Rocco…ma tant’è….) , Milanese e con lo spirito corsaiolo…
Il tutto, oggi, dentro degli scooter.
Ma non degli scooter normali…non dei freddi SH, dei modaioli Scarabeo e degli affidabili Liberty…no…niente di tutto questo: Galera fa gli scooter…con la moto dentro!
Assetto, grafiche,motoristica…insomma moto in tutto tranne che nella scocca e nella carrozzeria.
Posizionamento già fatto….e differenziante.

Passiamo allora all’ex competitor…l’APRILIA.

Qui bisogna dividere un due …marchio Aprilia cos’è oggi e cosa dovrà essere domani.
Oggi Aprilia è tutto, con una gamma che va dai cinquantini alle 1000 e passa, dagli scooter alle stradali alle naked…passando per scooteroni e varie.

Beh…io credo che non si possa che concordare con chi dice che….c’è un po’ troppo.
Allora…continuiamo a venderle, per ora, ma ricordiamoci che fra un po’….:

APRILIA potrebbe rappresentare le moto, alternative, nuove, intriganti, di grande ricerca stilistica e tecnologica, sempre all’avanguardia e un po’ dissacranti, con un marchio “avanti”, alla Diesel, alla Nike, alla ….boh…perché no ? alla Aprilia!

Scarabeo potrebbe essere il marchio degli scooter “fighi”, di design e tendenza, belli, fatti per piacere e soddisfare il proprio ego…dai piccoli ai più grandi, dal 50 a …perché no…500.

Vedo un po’ meno bene il futuro di Atlantic e di Sport City, contro un marchio come il futuro Gilera…boh….pensiamoci.

SCARABEO…l’abbiamo detto…un po’ quello che Vespa è per Piaggio, ma più trendy, meno mito, più moda meno lusso, più oggi, meno storia.
Insomma…non si cannibalizzeranno.


DERBI.

E’ il marchio dove si fa più fatica ( anche perché lo conosco meno )…mi verrebbe da definirlo…l’Aprilietta del domani…nel senso che Derbi fa le moto che Aprilia non fa o per cui non è particolarmente famosa, le moto piccole, da 50 a 300 e oltre di cilindrata, ma moto…gli scooter sono solo un’aggiunta.
E allora…proposta balzana…perché non mettere insieme Aprilia e Derbi ?
Range MOTO completo, posizionamento giovane, alternativo, tecnologico, corsaiolo ed un po’ esibizionista…insomma…le moto che si fanno vedere.
Boh….aaaa…ripensiamoci.


MOTO GUZZI.

Vabbè …qua ci stiamo.
La grande moto italiana.
La Maserati delle moto (non la Ferrari, c’è molto più blasone qui….)
La storia, Mandello, le gare, la polizia americana, i Corazzieri…
E poi ancora i patiti del marchio, l’amore ossessivo per la propria Guzzi, la relazione intima tra uomo e moto.
Insomma: Moto Guzzi…una storia importante.


Vabbe’…basta che le facciamo che funzionano….



Infine LAVERDA

….non lo so. Non lo conosco.
Mi sembra solo un peccato che stia là sotto a dormire.
Un marchio addormentato perde di grinta, di voce, di VALORE.
Che so, continuiamo a produrre le repliche, manteniamolo vivo…
Boh…forse sbaglio. In fondo non ne so abbastanza.

Finito , direi….finito.

Almeno adesso sappiamo di cosa parliamo.

1 commento:

Unknown ha detto...

Non conosci il marchio Laverda? Ti perdi uno dei più sanguigni e autentici esempi dell'arte motociclistica italiana. E' un nome che fa ancora vibrare le corde di chi ama l'essenza della moto, che riporta ai tempi d'oro delle corse di endurance, dei meccanici con la tuta blu sbrindellata, di quando l'olio di ricino era l'unico additivo "speciale" dei racing team.
Negli anni 70 io ero un ragazzino, ma ricordo le Laverda 750 come le uniche in grado di competere con il fascino un po' scorretto delle prime pluricilidriche giapponesi. Mostri sofisticati che venivano a rivoluzionare un mercato ancora timido alle novità, nel quale le inglesi e le Guzzi la facevano da padrone. Le Laverda però erano già avanti, con quei motori appesi al telaio, i frenoni alettati che solo a vederli ti rassicuravano, la linea sportiva uguale a nessun'altra. Erano le moto preferite da quelli che non volevano cedere alla facilità di premere semplicemente un pulsantino e guidare un frullatore dagli occhi a mandorla.
Questo è stato l'imprinting; poi, una decina di anni fa, mi è stato chiesto di aiutare un collezionista a scrivere un libro su quella che probabilmente è la più affascinante delle Laverda, la 750 SFC: e mi si è aperto un panorama spettacolare.
Ho conosciuto chi le Laverda le ha progettate, costruite, pilotate in gara, ma specialmente ho conosciuto un mondo intero di persone che le Laverda le amano. Ancora oggi e forse più di ieri.
Ho trovato nel cuore della Toscana un vecchio pilota che davanti a un bicchiere di Chianti mi raccontava di come in gara guadagnavano dieci secondi ad ogni rifornimento cambiando al volo il serbatoio vuoto con un altro pieno, invece di rabboccare semplicemente la benzina. Ho parlato con i tecnici sopravvissuti alla crisi degli anni 90, che si rammaricavano di non avere più alle spalle un management con la stessa passione dei fondatori. Ho conosciuto qualcuno che in salotto, invece di un Maggiolini o di un quadro d'autore, tiene una Laverda d'epoca e la spolvera ogni giorno. E non mi vergogno ad ammettere che da questo signore ho copiato subito l'idea…
Ma specialmente ho scoperto che - all'estero più che in Italia - il marchio Laverda ha un appeal incredibile e conta su un formidabile zoccolo duro di appassionati. Forse è vero che nessuno è profeta in patria, e questo spiega il fenomeno di chi da noi ama girellare su una Harley smarmittata. Ma questa è moda o moto?
Per anni, dopo l'uscita di scena dei fondatori Laverda, il marchio ha tentato di risorgere, senza troppo successo. Un colpo al cerchio e uno alla botte hanno causato nel tempo l'impoverimento di immagine di un marchio glorioso.
Non conosco i piani dell'attuale gestione Piaggio, ma sarebbe davvero un peccato che si perdesse l'occasione per capitalizzare il mondo di valori che Laverda ancora possiede. Forse iniziando con un modello anche basico ma "vero", magari dedicato inizialmente al solo export.
Ecco, per tirare le somme di questo lungo reply, se dovessi immaginare un posizionamento per Laverda direi che è la moto vera, pensata da tecnici veri per motoclisti veri. Una moto che sembra accesa anche da spenta. Roba seria, insomma: mica fronzoli e plastichine. Perché questa clientela non è gente che freghi con le moine del marketing, questi la "sòla" la fiutano meglio di un cane da trifola. Te lo dico io che ne ho conosciuti tanti. Di motociclisti, non di cani.
Ciao.