domenica 29 luglio 2007

A me non piace Celentano.

Celentano è rock…io no.Allora…:Sto sorvolando la Groenlandia, in questo momento.Mi immagino il Pack, alcune migliaia di metri qui sotto, bianco, eterno ed immacolato…solo qualche orso bianco e qualche foca lasciano impronte…nessun rumore…solo il silenzio…Dunque…:Che a me non sia piaciuto Celentano e la sua trasmissione forse ve l’ho già detto.Che a me non piaccia il rock…beh, non è necessariamente vero…non mi piace il SUO rock.Chi sei tu, caro Adriano, per decidere cosa è Rock e cosa no ?Ho capito che nella tua vita di Rock ne hai fatto, l’hai cantato, interpretato, messo in scena.Ma qui sta proprio il punto…l’hai messo in scena.Come la tua trasmissione…L’hai messa in scena, non fatta veramente.Il tuo bacio, caro il mio Adriano, è COME un Rock…non E’ Rock.E allora “I prefer to twist again , like we did last summer…”O , meglio ancora, preferisco uno slow.Un LENTO, quello che tu tanto deprechi.Leggevo sul Corriere della Sera un bellissimo articolo di Maria Laura Rodotà sull’esaltazione della lentezza come momento di conoscenza, incontro, approfondimento, affetto, amore….Leggevo di come le coppie, quando si incontrano, o perlomeno lo facevano ai tuoi anni, Adriano, non si innamoravano certo con Prosincolinescionalciusol…oh yeah !!…ma con “una Carezza in un Pugno”…Quello è il Celentano che ci ha fatto sognare…quello è quello che abbiamo amato.Quello della Via Gluck, che ancora oggi immaginiamo come un posto… la’ dove c’era l’erba, che oggi c’è….una città…Quello fatto di cose semplici, come il pane, un bicchier di vino, una stretta di mano, un sorriso amico.E tutto questo mi ha fatto pensare.Vedete, io avevo un capo, una volta, che proprio Rock non potrei mai definire…o meglio… lo era, dentro, era duro e puro, esigentissimo con se stesso prima di esigere dagli altri.Velocissimo nella presa di decisione e nella definizione delle tattiche, ma lento, attento, premuroso e quasi maniacale nella stesura delle strategie.Ma aveva una particolarità… di colpo, alle otto, otto e mezza di sera, diventava un altro.O meglio, credo che diventasse un altro, perché spariva…diventava lento.E si dedicava totalmente ai suoi affetti, alla sua famiglia, a sua moglie, ai suoi figli, alla sua casa ed ai suoi sogni….lenti…fatti di tenerezze e sguardi, di consigli e affetto, di attese e trepidazioni, a volte, ma per la vita, quella vera, che non corre mai alla velocità che vuoi tu, ma al suo passo….….sta a te tenerle dietro, seguirla, carezzarla con tenerezza e calore.Beh, questo capo aveva una particolarità: quando doveva riprenderti , lo faceva subito, senza dolcezze o attenzioni particolari, se era per il tuo bene e per il bene della causa.Non è che il suo riprenderti fosse leggero, attenzione…. Sapeva essere aspro, tagliente…quasi doloroso.Ma, in fondo, leggevi il rispetto per il lavoro tuo e degli altri, il calore, la comprensione….insomma …una carezza in un pugno!Quando però doveva correggerti un Modus Operandi, non un pensiero, quando doveva correggerti in qualcosa che avevi fatto, non detto o proposto di fare…allora….allora diventava lento.Ti annunciava il fatto che c’era un problema.Ma …ti teneva sulla griglia, non ti diceva subito cos’era……un po’ per darti il tempo di fare un esame di coscienza……un po’ perché, focoso com’era, forse lui stesso avrebbe detto le cose che ti voleva dire, l’insegnamento o il consiglio che voleva darti, con un tono errato, sopra le righe, distorto dall’emozione o dall’arrabbiatura…E allora…faceva come mi insegnava mia madre…( le avessi dato più ascolto da subito….!) …aspettava.E nel farlo…si faceva violenza. Lui , così immediato, diretto, a volte ruvido.Si faceva violenza e aspettava…che tu avessi il tempo di pensarci, di ragionare.Forse non era neanche del tutto voluto, tutto questo. Ma tant’è…Il consiglio, il rimprovero, la spiegazione…veniva meglio, quando arrivava, più pura, pulita, monda da sensazioni e limpida nella sua essenza.Non per questo, a volte, faceva meno male.Ti faceva sentire in colpa, come si sente un fratello più piccolo che , per fretta, per far bene, ha tradito la fiducia del maggiore, mettendolo magari con il suo comportamento in difficoltà davanti ad altri della famiglia…o ad estranei.Beh…allora, certe volte…è forse meglio essere lenti, caro Adriano.Rock nei pensieri, nei ragionamenti, nelle fantasie… ma lento nella definizione degli atti.Pensare veloce, correre con la fantasia, con l’ingegno, è straordinario.Ma gli atti, invece , vanno pensati…ponderati. Quelli restano.E il primo atto da ponderare è la parola.“Hai la lingua troppo svelta, a volte…” . Sono sempre parole di mia madre.E’ vero, Ma crescendo, sbagliando…si impara.Anche un bulimico di comunicazione come me, puo’ imparare.Un bel tacer…non fu mai scritto.Sante parole.E allora, da ora in poi, dovro’ ricavare un po’ più di silenzio nella mia giornata….nella mia vita.Un silenzio pieno di pensieri, di riflessioni, di incontri, di confronti a due o tre, con la calma necessaria, un buon bicchiere di vino e un buon piatto di pasta.Perché “ un’idea, un concetto, un’idea, finchè resta un’idea…è soltanto un’astrazione….se potessi mangiare un’idea…avrei fatto la mia….rivoluzione.”E allora a cena andiamo…con il silenzio pieno d’amore, di rispetto, di attenzione per se stessi e per gli altri, sia uno o siano molti che si siedono alla tua mensa.E non ci saranno più, in quei momenti, “cose più importanti da fare”…Sarà importante quello che si sta facendo in quel momento, poco o tanto che sia…Sarà importante la persona con cui si sarà e il rispetto per quello che si ha da condividere.Sarà una cena bellissima. Una tappa importante…per poi ripartire di corsa.Per questo non mi piace Celentano.. . per questo non mi piace tutto il rumore che fa.Da oggi me lo scrivo in NERETTO…: il rumore è Rock…il silenzio è lento…….ma resta d’oro.

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